"Questa è un’intervista che il mitico Giuseppe Cosco aveva fatto a suo tempo allo studioso Pietro Marino, è uno dei moltissimi lavori di Giuseppe. Voglio ricordare che il sito nwo.it è nato proprio perchè avevo letto gli interessanti articoli che Giuseppe scriveva in quel periodo sulla rivista “Oltre la conoscenza”. Anche se Giuseppe se ne è andato a miglior vita ancor giovane, sarà sempre nei miei ricordi. Ciao Giuseppe."
Victor Blonn
Pietro Marino è un esoterista che, tra l’altro, studia da più di venti anni gli enigmi di Rennes-Le Château, un piccolo paese del dipartimento dell’Aude, in Francia. I misteri che circondano questo luogo sono tanti e tutti incredibili. C’è chi assicura che a Rennes-Le Château vi sia nascosto il Graal, segreti sconvolgenti sul cristianesimo e su Cristo, un favoloso tesoro e la storia vera delle società segrete. Si racconta ancora dell’altro. Marino ha viaggiato molto e possiede una grande quantità di interessantissimi documenti, inerenti i misteriosi avvenimenti di cui andremo a parlare nell’intervista che segue. E’ una persona piuttosto schiva, non è stato facile intervistarlo. Sono convinto che sa molto più di quanto mi ha detto.
L’INTERVISTA
Cosco: Si parla di un tesoro di inestimabile valore e di altri segreti celati a Rennes-le-Château, un paesino posto su una collina, nel dipartimento dell’Aude, in Linguadoca. Qual è la storia di questo mistero?
Marino: Il Mistero cominciò il 6 novembre 1244 quando François Pierre, barone d’Hautpoul, marchese di Blacheford e signore di Rennes-le-Château, redisse testamento e lo fece registrare il 23 novembre dello stesso anno dal notaio Captier di Esperaza. Nel testamento si parla di un segreto di Stato. Nel 1781, il curato di Rennes-Le-Château, Antoine Bigou, ricevette, in confessione ed in punto di morte, dalla marchesa d’Hautpoul, Marie de Nègri d’Ablès, un segreto di famiglia, che avrebbe dovuto essere tramandato. La marchesa morì il 17 gennaio 1781 ed il curato fece collocare sulla tomba della stessa, dieci anni dopo, nel 1791, una lapide proveniente da un’altra tomba che si trovava ad Arques. Nello stesso anno nascose, in uno dei pilastri vicino l’altare alcuni documenti e fece posare all’incontrario, sempre vicino l’altare, una lastra di pietra conosciuta come la “dalle des Chevaliers”. Nel 1885 divenne parroco del villaggio don Berenger Saunière (1852-1917), un personaggio a dir poco inquietante, con strani interessi esoterici che contribuirà, in modo determinante, ai misteri di Rennes-le-Château.
La chiesa era fatiscente, aveva bisogno di riparazioni. Saunière, allora, chiese dei contributi. La Marchesa di Chambord gli offrì 3000 franchi, il municipio 1.400 franchi. Potè, così, cominciare i lavori di restauro che riserveranno non poche sorprese.
C.: Durante i lavori Saunière trovò qualcosa di interessante?
M.: Quando iniziarono i lavori di restauro al pavimento, gli operai raccontarono che, in una cavità, avevano recuperato un recipiente, esattamente un paiolo, all’interno del quale avevano notato dei pezzi d’oro che luccicavano. Saunière disse che si trattava di alcune medaglie raffiguranti la Madonna di Lourdes, senza alcun valore. Eppure nello stesso anno regalò all’abate Grassaud, curato d’Amélie les Bains, un calice in argento dorato, che ancora oggi si può ammirare in tutta la sua bellezza. Il calice regalato a Grassaud era stato trovato nella chiesa durante il restauro. Sullo stesso vi è inciso: “ECCE PANIS ANGELORUM FACTUS CIBUS VIATORUM”. Alla base troviamo i simboli dei quattro Evangelisti e più sopra Gesù, S. Giuseppe ed un’altra immagine non meglio indentificata. Qualcuno si chiede: Si tratta di una santa? E’ certo che la figura è quella di una donna. Nel 1891 chiese ed ottenne dal comune di utilizzare un terreno di fronte la chiesa, dove fece realizzare una grotta nella quale costruì un calvario. Saunière vi fece incidere la seguente iscrizione: “Chistus A.O.M.P.S. Defendit”.
C.: Che significa questa iscrizione?
M.: Su questa iscrizione sono state fatte tante ipotesi. Alcuni leggono: “CHRISTUS ANTIQUUS ORDO MYSTICUSQUE PRIORATUS SIONUS DEFENDIT” (Che Cristo difenda l’antico ordine mistico del Priorato di Sion). Altri invece sostengono che è una invocazione rivolta a Dio affinché protegga tutti gli uomini: “CRISTUS AB OMNI MALO POPULUM SUUM DEFENDIT” (che Cristo difenda il suo popolo da ogni male). Se è vero il primo caso, considerato che ancora non aveva scoperto nulla di importante, egli di sicuro faceva parte dell’Ordine del Priorato di Sion; se, invece l’iscrizione si riferisce alla seconda ipotesi, il curato era un semplice prete che non faceva altro che rivolgere una invocazione a Gesù Cristo.
C.: Se fosse stata intenzione di Saunière di rivolgere questo tipo di invocazione, che motivo aveva di indicarla con una sigla? Forse che, con tutte le pietre raccolte nella campagna circostante per la costruzione della grotta e del Calvario, non c’era spazio per incidere poche parole? E poi un curato non avrebbe lasciato a disposizione di tutto il popolo della chiesa una tale invocazione?
M.: Egli, verosimilmente, faceva parte del Priorato di Sion e se ha usato solo delle lettere, è perchè nessuno doveva sapere, solo lui e pochi altri. I lavori, all’interno della chiesa, continuavano alacremente. L’altare era costituito da una lastra di marmo che poggiava su delle colonne. La lastra venne tolta ed in una colonna venne rinvenuta una boccetta, all’interno della quale furono scoperti alcuni manoscritti con il sigillo della regina Blanche de Castille. Era stato il campanaro Captier a fare la scoperta che avvisò subito Saunière il quale sostenne che si trattava di reliquie. Sulla colonna visigota, fu eretta una statua della Madonna di Lourdes. Su questa colonna Saunière fece incidere “PENITENCE-PENITENCE” e “MISSION 1891″.
C.: Furono trovati altri importanti documenti?
M.: Certo, Saunière avrebbe trovato dei documenti importantissimi:
-l’albero genealogico di Dagobert II dal 681 al 1244 e dal 1200 al 1644; quest’ultimo era anche allegato al testamento redatto nel 1644;
-2 testi codificati dei Vangeli (il vangelo di San Giovanni dove è indicato che Gesù si reca a Betania da Lazzaro e Maria gli unge i piedi con l’unguento e glieli asciuga con i capelli (XII, 1-11) ed alcuni versetti, quelli dove Gesù rispose ai Farisei che gli avevano fatto presente che i suoi discepoli stavano cogliendo spighe di sabato perché avevano fame:…il Figlio dell’uomo è signore del sabato>> (Luca VI, 1-5; Matteo XII, 1-8 e Marco II, 23-28).
C.: A quali conclusioni pervenne?
M.: Aspetti. Saunière, il giorno dopo il rinvenimento dei manoscritti, fece sollevare da due operai, Rousset e Babon, davanti all’altare una lastra di pietra, la fece rivoltare e si accorse che la stessa era composta da due pannelli scolpiti, su uno vi è un personaggio a cavallo che suona un corno, sull’altro un cavallo sul quale vi sono due cavalieri. Un chiaro riferimento ai cavalieri Templari. Era la lapide che aveva fatto posare l’abate Antoine Bigou nel 1791. Sotto la lapide una tomba o l’ingresso della tomba della famiglia d’Hautpoul? Forse Saunière trovò in questa cripta la vera tomba della marchesa. Probabilmente fu questo che gli fece capire che nella tomba, che si trovava nel cimitero, non si trovavano i resti della marchesa, ma qualcos’altro. Questa lastra era stata posata da Bigou e trovata poi da Saunière; però nel libro “Le pietre incise della Linguadoca” di Eugene Stublein, pubblicato nel 1884, era già stata descritta, come si evince dalla lettera inviata all’archeologo Fatin dalla “Lingue de la Librairie ancienne”. Nello stesso libro veniva indicata anche la lapide della Marchesa d’Hautpoul-Blanchefort.
C.: Ma come faceva Stublein, nel 1884, a conoscere la lapide dei Cavalieri, se Bigou, nel 1781, l’aveva fatta collocare con le figure scolpite rivolte verso il pavimento? Qual è la fonte da cui Stublein aveva tratto la notizia?
M.: E’ una fonte certamente antecedente al 1781 e chi l’ha riportata avrà di sicuro visto la lapide, quindi la tomba di Sigibert IV. A questo punto Saunière sospese i lavori. Nel suo diario, alla data del 21.9.1891 si legge “Trovata una tomba. La sera, pioveva”. Alla data del 29.9.1891, si legge che egli aveva incontrato il curato Gélis, l’abate Carrière e l’abate Cros. Alla data 1.10.1891 si legge che aveva ricevuto la visita di alcuni confratelli.
C.: Quale fu il proseguo degli avvenimenti?

C.: Cosa era scritto in questa lettera?
M.: Eccole il testo da me tradotto (Marino mi porge un foglio scritto che riporto interamente, ndr):
Parigi, 2 luglio 1966
Al Signor Marius FATIN
Archeologo
Castello di Rennes
RENNES-LE-CHÂTEAU
di COUIZA
(Aude)
Gentile Signore,
dopo la nostra visita della settimana scorsa al vostro castello di RENNES, e prima di lasciare la Francia, abbiamo il piacere di potervi informare che il vostro castello è in effetti storicamente il più importante della Francia, perché questa dimora fu il rifugio nel 681 del Principe SIGIBERT IV figlio del RE DAGOBERT II, divenuto San Dagobert; tra i loro discendenti vi sono i Conti di Rhédae. Fatti accertati per mezzo di due pergamene recanti il sigillo della Regina Blanche de Castille, con il testamento di Francois-Pierre d’Hautpoul registrato il 23 novembre 1644 da Captier, notaio in Esperaza (Aude), documenti acquistati dalla nostra Società con una parte della Biblioteca dell’Abate E.H. Hoffet, Via Blanche 7, a Parigi, che deteneva questi documenti dell’abate SAUNIÈRE, antico curato di RENNES-LE-CHÂTEAU.
La pietra tombale di SIGIBERT IV, figura nel libro di STUBLEIN, edizione di Limoux del 1884, e si trovava nella chiesa Santa Maddalena di RENNES-LE-CHÂTEAU, oggi è al museo delle lapidi di CARCASSONNE.
Il Vostro Castello è dunque doppiamente storico!
Vi preghiamo Caro Signore di ricevere i nostri sentimenti più devoti.
(Firma)
C.: Cosa prova questa lettera?
M.: Prova inconfutabilmente che effettivamente Saunière aveva trovato i manoscritti e che ne aveva fatto copia, lasciandone una a Parigi. Saunière in questa città acquistò delle riproduzioni di quadri: la tentazione di S.Antonio di Teniers, i pastori d’Arcadia di Nicola Poussin (3 pastori ed una pastorella che osservano una tomba con su inciso: “ET IN ARCADIA EGO), ed un ritratto di Papa Celestino V. Di ritorno a Rennes fece riprendere i lavori. Si incontrò con la famiglia di Marie Dénarnaud; il padre ed il fratello, dopo l’incontro con Saunière, andarono a lavorare come carpentieri ad Esperaza, paese del notaio che aveva ricevuto il testamento del barone d’Hautpoul. Certamente, prima di rientrare a Rennes, il curato avrà informato il suo vescovo della evoluzione delle cose. Saunière fece anche costruire davanti al cimitero una porta, sulla quale fece mettere un teschio con 22 denti ed ossa in metallo incrociate, simbolo templare, ed una struttura che gli abitanti chiamavano “biblioteca” che fu distrutta da un incendio il 14.7.1895. Per qualche tempo abitò in questa struttura. Di notte faceva scavi nel cimitero. A tal proposito, Marie Dénarnaud ebbe a dichiarare che erano stati sorpresi mentre stavano aprendo una tomba. Il Municipio protestò per quello che stava facendo Saunière. Abbiamo una lettera indirizzata al Prefetto che lo attesta.
C.: Cosa cercava e cosa trovò Saunière nel cimitero?
M.: Trovò la tomba della contessa d’Hautpol-Blanchefort. Aveva letto quello che c’era sulla lapide e lo aveva cancellato. Non sapeva che quella iscrizione qualcuno l’aveva già copiata. Sulla lapide, figura l’anno di morte in lettere romane, ma al posto della seconda “C” viene incisa una “O” (MDC O LXXI invece di MDCCLXXI). Ma Marie Dénarnaud dichiarò che avevano aperto una tomba. A quale scopo? Il Mistero si infittisce. Bisogna scoprire cosa effettivamente Saunière faceva nel cimitero, oltre che leggere le iscrizioni di cui abbiamo detto. Il 6 luglio del 1897 la chiesa, sulla cui facciata aveva fatto incidere:”Questo è un luogo terribile”, viene inaugurata e per due anni Saunière si assenterà spesso ed in modo sistematico da Rennes-Le-Château. Ricevette per due volte la visita di Jean-Stephane d’Hasbourg, che gli abitanti di Rennes conoscevano come signor Guillame.
C.: Chi c’era in realtà dietro queste cospicue donazioni e quali erano i veri motivi di tanta generosità?
M.: Jean-Stephane d’Hasbourg era il tramite di qualche misterioso personaggio che aveva molto interesse alle ricerche di Saunière. Insieme avevano anche aperto dei conti in una banca svizzera. E se Jean-Stephane d’Hasbourg conosceva l’esistenza dei documenti e di un “segreto”, certamente anche lui faceva parte di quell’Ordine a cui apparteneva il vescovo Billard e lo stesso Saunière. Nel 1900 il curato acquistò 6 terreni e li intestò a Marie Dénarnaud. Costruì la Villa Betania, che, dopo la morte di Saunière, sarebbe dovuta diventare casa di riposo per i preti della diocesi. All’interno fece costruire una cappella personale, per avere la possibilità di dire messa. All’ingresso principale troneggia una statua del Cristo, al di sopra la scritta “Villa Bethanie”. Fu costruita una cisterna che alimentava una fontana a beneficio della popolazione. Fece costruire una strada di collegamento per Rennes. Ma, soprattutto, si dedicò all’edificazione della famosa Torre Magdala.
C.: Ci parli di questa Torre.
M.: Egli l’aveva ideata per ospitare il suo studio e la biblioteca, che aveva curato nei minimi particolari e dove aveva raccolto una collezione di francobolli e cartoline. All’ingresso la scritta “Magdala”, ma la “M” somiglia ad una “Omega” capovolta; nelle iscrizioni di Saunière si troveranno spesso anche lettere capovolte. I lavori durarono 8 anni. Molte personalità andarono a trovare Saunière; fra queste anche un massone, Henri Charles Etienne Dujardin-Beaumetz, della loggia “La Clémente Amitié”. Si pensa che Saunière fosse stato iniziato in quella Loggia.
C.: Lo strano comportamento di Saunière oltre alla disinvoltura con cui maneggiava tanto denaro non fu notato dai suoi superiori?
M.: Certamente sì, infatti furono svolte delle indagini e nel 1911, il vescovo, successore di Billard, non trovando altro, lo accusò di traffico di messe e lo sospese. Fece appello a Roma e venne difeso dal canonico Huguet. Riabilitato, l’11 aprile 1915 venne definitivamente sospeso, in quanto non volle dare spiegazioni neanche a Roma. Gli fecero sapere che sarebbero stati clementi con lui, se avesse fatto ammenda e spiegato tutto, ma Saunière non lo fece mai. Il 5 gennaio 1917 decise di iniziare un’altra costruzione: una torre di 60 metri. Un preventivo è datato 12 gennaio 1917. Lo stesso giorno si sentì molto male mentre era nella Torre Magdala. Ebbe paura. Il 17 gennaio 1917 fece chiamare l’abate Riviere per confessarsi. La confessione durò molto però non ebbe l’assoluzione. Saunière non aveva realmente intenzione di confessarsi, voleva trasferire il segreto ma Riviere non capì o non volle capire. Morirà, per una emorragia cerebrale, il 22.1.1917. Sulla sua tomba è riportata la scritta INRI (Gesù Nazzareno re dei Giudei); anche in questo caso vi è una lettera capovolta:la “N”. C’è da dire, però, che la “M” di Madgala era stata fatta scrivere da Saunière, mentre necessariamente era stato qualcun altro a dare ordine di incidere la “N” in quel modo. Si è voluto lasciare un messaggio? Oppure è stato un errore? Uno scrivano catalano, Prudenci Reguanti Torres, spiega che la “N” che vuol dire Nazareth, al rovescio è da interpretare come Hterazan, che in ebraico significa “HA TE RATZ AN” (dove è la misteriosa camera?). Quindi il Gesù Nazareno re dei Giudei diventerebbe: “Io so dove è la camera misteriosa del Re dei Giudei”.
C.: Ma cosa trovò Saunière?

C.: Segreti pericolosi quelli di Rennes-le-Château. Si racconta di strane morti…
M.: L’abate Gélis, amico e confidente di Saunière, verrà ucciso e trovato con il cranio fracassato. La sua tomba è orientata verso Rennes-le-Château e sulla stessa è impresso un simbolo dei Rosa-Croce. Un’altra persona che ha avuto a che fare con Saunière verrà trovata assassinata, il 28 agosto 1974; è la nipote di Marie Dénarnaud, la quale le aveva regalato dei gioielli. Questi gioielli sembrano appartenere alla oreficeria visigota. L’assassino verrà scoperto. Era membro di una setta segreta. Altre tre persone che hanno avuto a che fare con Rennes-le-Château sono state trovate morte, impiccate: , Louis Saint-Maxent e Gaston De Koker il 6 marzo 1967, Pierre Feugere, il giorno dopo, il 7 marzo. Avevano scritto e pubblicato, il 17 gennaio dello stesso anno: “Il Serpente Rosso”, un curioso e interessante testo. Mi fermo qui.
C.: Mi dice qualcosa sul simbolismo ermetico presente nella chiesa di Rennes-Le Château?

C.: Cosa sta a significare tutto questo complesso simbolismo?
M.: Un linguaggio cifrato. C’è ancora tanto. Di fronte, sull’altra parete, è posto il fonte battesimale con le statue di San Giovanni Battista e Gesù. Il Battista versa l’acqua con una conchiglia. Gesù ed Asmodeo hanno lo sguardo rivolto verso il pavimento e guardano le 64 mattonelle bianche e nere poste come una scacchiera. All’interno della chiesa si possono ammirare, oltre le statue della Madonna e di San Giuseppe, entrambe con il Bambino tra le braccia, numerose statue che guardano anche esse il pavimento: San Germana, martire per aver difeso la sua verginità; San Rocco, Sant’Antonio l’Eremita, Sant’Antonio di Padova, l’Evangelista San Luca (medico, protettore delle arti figurative) e Maria Maddalena, rappresentata con una croce, un calice nelle mani ed un teschio accanto ai piedi. Sul pulpito si trova la statua dell’Evangelista Luca. Henri Mertal, in un articolo pubblicato sul bollettino n. 10 del novembre 1966, dell’Associazione di Rhedae, sostiene che le iniziali delle statue, così come erano state fatte collocare da Saunière danno il nome GRAAL; (Germana, Rocco, Antonio, Antonio, Luca), con esclusione di Maria Maddalena che era quella che lo possedeva. Féral diceva inoltre che le Statue erano state poste a forma di “M”. Ed era per lui un riferimento alla Massoneria. I simboli ermetico-alchemici sono ancora tanti ma quanto le ho detto può bastare per farsi una pallida idea di quanto è celato là. Di più non posso dire.
C.: Si racconta che certi periodi dell’anno si verificano fatti curiosi in quella chiesa, quanto c’è di vero?
M.: Nella chiesa, in alcuni giorni dell’anno, si possono osservare alcuni insoliti fenomeni. Il 13 gennaio (giorno del Battesimo del Cristo) i primi raggi del sole colpiscono i piedi del Cristo e poi si spostano su, verso la statua. Il 17 gennaio (festa di S.Antonio) un raggio di sole batte sulla statua di S.Antonio. Il 4 aprile e per tutta la settimana, il sole, attraversando la vetrata dove è rappresentata la Resurrezione di Lazzaro, proietta l’immagine del Cristo sulla parete di fronte. In inverno, a mezzogiorno, il sole, attraversando la vetrata posta a sud, proietta l’immagine di un melo con tre mele blu. Gli enigmi sono ancora tanti. C’è la scritta “PAR CE SIGNE TU LE VAINCRAS” che si trova sopra l’acquasantiera, qualcuno ha tratto le seguenti conclusioni: le lettere sono 22 come 22 sono i denti del teschio posto sulla porta del cimitero, come 22 sono i gradini della Torre Magdala, 22 è la somma delle due rampe di scale di 11 gradini che porta alla terrazza. Nella scritta originale Saunière ha aggiunto le lettere “L” ed “E” (LE), che sono poste tra la 13cesima e la 14cesima lettera: il 1314 è l’anno in cui fu giustiziato Jacques de Molay; la “L”, nell’alfabeto, è la 12 lettera, mentre la “E” è la 5, e 12+5=17, il numero ricorrente nel Mistero di Rennes. Ora basta le ho detto più di quanto avrei dovuto.
FONTE: http://www.nwo.it/rennes_chateau.html
Articolo tratto da:

ringrazio seven per aver richiamato l'attenzione sull'argomento..diciamo che l'intervista lambisce solo alcuni degli aspetti che caratterizzano la vicenda. Vi consiglio vivamente di approfondire il tema. Mi riservo di apportare un contributo concreto, soprattutto in riferimento alle curiose connessioni tra il posto in questione e lo scrittore jules verne..
RispondiEliminaRecentemente è stato scritto un romanzo su Rennes Le Chateau. Si chiama " Identità Perduta" e l'autore è Michele Allegri, uno dei massimi studiosi italiani dell'Ordine templare.
RispondiEliminaSotto il link al suo blog
http://inuovitemplari.blogspot.com/2012/01/identita-perduta-lettori-ben-ritrovati.html
tu l'hai letto? che ne pensi?
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