Non uno, ma due. A qualche mese di distanza dall’annuncio della scoperta di un misterioso oggetto sul fondo del mar Baltico, in un punto tuttora segreto tra la Svezia e la Finlandia, la società di ricerche marine che lo ha individuato scandagliando il fondale con un sonar ha rivelato la presenza, nelle vicinanze, di un altro oggetto dalla forma altrettanto anomala.L'immagine ripresa dal sonar nel Mar BalticoL’affermazione è contenuta in un’intervista rilasciata da Peter Lindberg- fondatore della Ocean Explorer, specializzata nel recupero di relitti sottomarini- trasmessa dalla Cnn. Il capo del team di subacquei e cacciatori di tesori ha infatti ripercorso- davanti alla telecamera dell’emittente televisiva americana- l’emozione provata lo scorso giugno. <Eravamo in mare da 9 giorni ed eravamo piuttosto stanchi, quasi sulla via del ritorno, ma abbiamo fatto un’ultima corsa con il sonar e all’improvviso questa cosa è apparsa. La mia prima reazione è stata: “Ehi ragazzi, qui sotto c’è un Ufo!>, ha raccontato.Là sotto, a 80 metri circa di profondità- sostiene il reportage della Cnn- la strumentazione legata alla barca che stava mappando il fondo marino ha evidenziato, prima, la presenza di un oggetto di forma cilindrica del diametro di 60 metri, “grande come un Jumbo”, con una lunga coda rigida. Solo dopo, con un successivo passaggio, il sonar ha mostrato una seconda struttura più piccola a forma di disco 200 metri più in là. Dunque due ”USO” (Unidentified Submarine Objects) in contemporanea e a poca distanza uno dall’altro…
Il team di Lindberg crede che gli oggetti siano troppo grossi per essere caduti da una nave o per essere parte di un relitto. Ma nessuno riesce a capire cosa siano. <Abbiamo sentito un sacco di spiegazioni fantasiose: c’è chi pensa che si tratti del Millenium Falcon, la nave spaziale della saga di George Lukas , e chi teorizza che sia l’ingresso segreto al mondo inferiore, come se fosse la porta dell’inferno o qualcosa di simile… >, spiega Lindberg. Da "Guerre Stellari" l'astronave Millenium Falcon
Di una cosa però il ricercatore è sicuro: è la scoperta della vita. <Svolgo questo lavoro da quasi 20 anni, ho visto parecchi relitti sul fondo marino e nessuno è come questo. Però non sapremo niente di certo finchè non scenderemo laggiù>. Un bel problema, che potrebbe restare senza soluzione. Infatti, il costo di una missione per recuperare i due presunti oggetti misteriosi appare a dir poco proibitivo. <Sono davvero molto in profondità, sono fuori mano. Innanzi tutto ci servono una nave più grossa e maggior equipaggiamento>,dice Lindberg. Ma non solo: <Dobbiamo fare una campionatura del fondo e dell’acqua, per controllare se questa cosa non sia velenosa.>Il responsabile archeologico del Museo marittimo di Stoccolma, Andreas Olsson, ammette di essere intrigato dall’unica foto diffusa finora dall’Ocean Explorer e che mostra il disco posato sul fondo del Baltico. Tra le varie ipotesi, c’è anche quella della costruzione in pietra stile “Stone Henge”, edificata dai nostri antenati migliaia di anni fa e poi sprofondata nelle acque del mare. Ma prima di tutto, dice Olsson, bisogna verificare l’affidabilità dell’immagine.“Potrebbe essere di tutto, magari una formazione geologica naturale oppure qualcos’altro. Tutto dipende dalle circostanze in cui la foto è stata scattata: le condizioni delle onde del mare, la temperatura, la profondità della strumentazione possono condizionare i risultati del sonar e quindi l’immagine finale”, afferma l’archeologo svedese.
Un dettaglio dell'oggetto discoidale individuato dall'Ocean Explorer
Anche Peter Lindberg concorda che lo scatto non è dei migliori. Per questo progetta di tornare in quell’area segreta in condizioni climatiche migliori, la prossima primavera, per fare altre foto ed approfondire le ricerche sul luogo. Sempre in attesa che qualche ricco magnate, spinto dalla curiosità, non gli finanzi le operazioni di recupero. Ma anche se quei misteriosi oggetti dovessero rimanere in fondo al mare privi di spiegazione, per lui e per il suo team potrebbero trasformarsi in una miniera d’oro. Chissà quanti turisti ed investitori privati sarebbero pronti a pagare, pur di vederli da vicino a bordo di un piccolo sottomarino… Fonte: http://www.extremamente.it/
Un dettaglio dell'oggetto discoidale individuato dall'Ocean Explorer
Anche Peter Lindberg concorda che lo scatto non è dei migliori. Per questo progetta di tornare in quell’area segreta in condizioni climatiche migliori, la prossima primavera, per fare altre foto ed approfondire le ricerche sul luogo. Sempre in attesa che qualche ricco magnate, spinto dalla curiosità, non gli finanzi le operazioni di recupero. Ma anche se quei misteriosi oggetti dovessero rimanere in fondo al mare privi di spiegazione, per lui e per il suo team potrebbero trasformarsi in una miniera d’oro. Chissà quanti turisti ed investitori privati sarebbero pronti a pagare, pur di vederli da vicino a bordo di un piccolo sottomarino…
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