Quale dovrebbe essere la risposta umana a un evento così straordinario? Se incontraste una creatura aliena nel giardino di casa o in un bosco, cosa fareste? Perché gli alieni dovrebbero già essere qui sulla Terra e infastidire il sonno di pochi “eletti”? Dove si nascondono? Chi li protegge? I governi sono in grado di fronteggiare un’invasione? Sono finzione o realtà? I video realizzati con le nuovissime videocamere HD e trasmessi da Internet, sono autentici o falsi clamorosi? Grazie al contributo di tredici esperti mondiali di esobiologia (con i relativi curricula), tra cui il fisico nucleare Stanton Friedman, il volume sviluppa ed analizza in maniera critica nuove prove ed evidenze fisiche che sembrano dimostrare, al netto degli scherzi della controinformazione dei “debunkers”, la presenza sulla Terra di ordigni, veicoli ed esseri non necessariamente umani in libera circolazione come i reporter di Discovery Channel. “Abbiamo una conferma angelo. Tango, delta tango, wisky, tango, la procedura zebra è cominciata”(Intrusi, CBS). Chiamateli come volete: extraterrestri, meta-terrestri, ultraterrestri, antichi nativi terrestri, alieni. Gli autori suggeriscono che questi esseri si aggirano tra di noi apparentemente indisturbati per fare ciò che vogliono da chissà quanto tempo...
L’opera focalizza l’attenzione del lettore, scienziati compresi, non tanto sugli eventi già noti quanto sugli episodi più importanti ed ignoti al grande pubblico che i documenti declassificati dai governi stanno lentamente svelando. Al centro dell’indagine condotta privatamente dagli esperti della nuova ufologia scientifica (che trova tra i suoi padri fondatori l’astronomo J. Allen Hynek, il celebre psichiatra di Harvard e vincitore del premio Pulitzer, John E. Mack, e il fisico Stanton Friedman) si scoprono avvistamenti e contatti che sembrano incredibili e fin troppo reali. Come la testimonianza offerta a John Mack da 62 bambini (tra i 5 e i 12 anni) di una scuola africana di Ruwa (Zimbabwe), testimoni diretti il 16 settembre 1994, in pieno giorno, di una visita aliena! Come le storie di “cover up” messe in piedi per raccontare altre vicende, altri esperimenti militari, altri test effettuati con cannoni nucleari, per i libri ufficiali di storia. Stanton Friedman mostra quanto siamo vicini al primo viaggio interstellare dell’umanità grazie alla fusione nucleare, ai segreti scientifici e tecnologici finora custoditi gelosamente ma acquisiti da tempo.
Il controverso padre della teoria sugli antichi astronauti, Erich von Daniken, studia in Manetho ed Eusebio le tracce lasciate da antiche creature ibride (sfingi) nella cultura mondiale e illustra i risultati tecnologici (clonazione) atti alla loro creazione da parte dell’uomo, magari per l’esplorazione dello spazio. Nich Pope, già membro del Ministero della Difesa britannico, presenta gli ultimi documenti declassificati sugli Ufo, custoditi negli archivi nazionali del Regno Unito, inclusi quelli più interessanti e scottanti relativi al Primo Ministro W. Churchill che pare ne fosse informato. Donald R. Schmitt, co-direttore del centro studi ufologici intitolato all’astronomo J. Allen Hynek, ripercorre l’intricata vicenda storica dell’incidente di Roswell sotto un’altra prospettiva, descrivendo il tentativo governativo di copertura. Thomas J. Carey, veterano della Us Air Force, espone le azioni dei militari messe in atto per intimidire attivamente e passivamente la popolazione americana, testimone diretta degli avvistamenti e dei contatti con la tecnologia aliena, per distrarla dalla verità. Che, cioè, là fuori (non necessariamente solo nello spazio esterno) c’è qualcosa di notevole e di più o meno visibile, che ci osserva, studia ed analizza con il beneplacito dei potenti della Terra. Assolutamente contrari a riconoscere ufficialmente, almeno per ora, il fenomeno fisico in atto. La fantascienza cinematografica e le varie trasmissioni televisive finora andate in onda sul fenomeno (presunte “abductions” comprese), per quanto incredibili possano sembrare, pare siano di aiuto per allontanare i cittadini dalla verità. Michael Pye (BA alla Southern Connecticut State University) è un editore di successo per la New Page Books dal 2003. Affascinato dalla visione della serie “In search of…” interpretata da Leonard Nimoy, ha sviluppato un prolifico interesse per il mistero. Kirstern Dalley, laureata alla Columbia University (BA in letteratura comparata) ha collaborato in varie iniziative editoriali della New Page Books findal 2004.
I tredici contributi offerti dal volume sono: “A Cosmic Watergate: Ufo Secrecy”, di Stanton Friedman; “The Real X-Files”, di Nick Pope; “Doubt Beyong Reason”, di Gordon Chism; “An Alien Intervention”, di Jim Moroney; “Alien Abduction: Fact or Fiction?”, di Kathleen Marden; “Cosmic Peeping Toms: Ufos and Invisibility”, di Micah Hanks; “The Kingman Affair”, di Nick Redfern; “Roswell in Perspective: The Human Response To An Extraordinary Event”, di Donald R. Schmitt; “Star Travel: How Realistic Is It?”, di Stanton Friedman; “The Ufo Problem: Toward a Theory of Everything”, di John White; “Killing The Roswell Story”, di Thomas J. Carey; “Identity Crisis: When Is a Ufo Not a Ufo?”, di Marie D. Jones e Larry Flaxman; “Hybrids: Memories of the Future”, di Erich von Daniken. Non tutto è accettabile sul piano logico e razionale, come il voler deliberatamente associare le apparizioni mariane di Fatima e Lourdes a fenomeni di tipo extraterrestre.
Dunque, consigliamo il massimo spirito critico come del resto per tutte le altre pubblicazioni a carattere ufologico. Ma la maggior parte delle argomentazioni presentate nel libro Ufos & Aliens sembrano valide perché lasciano aperta la porta del dubbio, della critica e della scoperta. “Siate affamati, siate folli” – affermò Steve Jobs nel suo indirizzo di saluto ai neolaureati della Stanford University al termine di una Lectio magistralis davvero suggestiva. Fu il suo saluto all’umanità intera. Vale anche in queste tematiche. “Technological progress comes from doing things differently in an unpredictable way. Such progress has proven itself to be both speedy and inceasing”, afferma il fisico nucleare Stanton T. Friedman nel libro Ufo & Aliens. Eliminato l’irrilevante dalle tesi più ardite finora prodotte da pseudo-ufologi ed agenti del discredito per spiegare e/o negare il fenomeno ET sulla Terra, ciò che rimane, per quanto possa apparire impossibile, è altamente probabile. È la parola di uno scienziato, Stanton Friedman, che ha smascherato finti fisici nucleari addetti alla retro-ingegneria aliena, finti ufologi, finti testimoni e veri disinformatori in servizio permanente effettivo. In forza di documenti segreti, storici e processuali alla mano, Friendman conosce molto bene i buontemponi dell’ufologia mondiale. I segreti di stato sugli ET, secondo gli autori del libro Ufo & Aliens, non possono reggere dinnanzi al desiderio delle persone di conoscere la verità, fatti salvi gli inderogabili diritti alla sicurezza nazionale di ogni singolo governo. Ma, forse, per aprire gli occhi di tutti su queste realtà celesti così evidenti, occorre un cambiamento radicale nella politica scientifica, informatica, giornalistica e filosofica, per distinguere l’intrattenimento letterario e cinematografico dalla verità. Altrimenti lo shock culturale potrebbe rivelarsi così devastante da neutralizzare la nostra civiltà in poche ore. L’astrofisico britannico Stephen Hawking, autore di bestseller internazionali come “Dal Big Bang ai buchi neri. Breve storia del tempo” e “Il Grande Disegno”, si dice convinto che non solo gli extraterrestri esistano, ma che “l’umanità dovrebbe fare tutto ciò che è in suo potere per evitare qualsiasi contatto con loro”. In tal caso, sarebbe già troppo tardi. Chissà quanto tempo! La vita aliena, secondo Hawking, esiste non solo in alcuni pianeti, ma forse al centro delle stelle o addirittura fluttua nello spazio interplanetario in forme e sostanze che non possiamo lontanamente immaginare. Il nostro Universo, infatti, contiene 100 miliardi di galassie, ciascuna con centinaia di milioni di stelle. In un luogo così affollato di massa e di energia, “è improbabile che la Terra sia l’unico pianeta dove si è evoluta la vita”, sostiene Hawking.
Il problema, però, secondo lo scienziato, “è che il contatto con una tale specie potrebbe essere devastante e troppo rischioso per l’umanità. Se mai gli alieni ci dovessero visitare, potrebbero sfruttare la Terra e le sue risorse, con un risultato che sarebbe simile a quando Cristoforo Colombo sbarcò in America” o peggiore. Se, dunque, gli alieni esistono per Hawking, allora siamo già in un Universo autocosciente. Cioè siamo in presenza non di semplici affermazioni anticonformiste, ma di fatti incontrovertibili. Dunque gli extraterrestri esistono già teoricamente. E non sono tutti virus e batteri. Tuttavia Hawking, intervenendo nel 2008 alla George Washington University per le celebrazioni del cinquantenario della Nasa, cercò di spiegare anche l’altro scenario: il perché il genere umano non sia mai riuscito a entrare in contatto con forme di vita extraterrestri. Tre le possibili spiegazioni: qualunque forma di vita è raramente presente in tutto l’Universo; organismi rudimentali sono abbastanza comuni nello spazio ma le forme di vita intelligenti sono al contrario molto rare; gli esseri viventi, quando dotati di intelligenza, tendono ad autodistruggersi molto velocemente. “Per quanto mi riguarda – disse Hawking – io propendo per la seconda ipotesi: la vita intelligente è un fenomeno molto raro. Tanto che secondo alcuni è un evento che ancora deve manifestarsi persino qui sulla Terra. Se mai vi dovesse capitare di incontrare un alieno, state comunque attenti: potreste essere contagiati da un virus contro il quale non possedete alcun anticorpo”. Quel che accadde ai Nativi Americani quando vennero a contatto con i conquistatori venuti dal Vecchio Mondo. Un paragone che lo stesso Hawking evocò per incoraggiare il genere umano a far presto, a gettarsi alla conquista dello spazio per colonizzare altri pianeti. “La decisione di emigrare nello spazio cambierebbe completamente il futuro della razza umana e da questa scelta potrebbe dipendere anche la sopravvivenza stessa della nostra specie. Chi si oppone alla colonizzazione dei corpi celesti come la Luna e Marte, si comporta come coloro che intralciarono Cristoforo Colombo”. Il fatto è che non siamo una nazione terrestre unita. Ogni stato e ogni governo della Terra, ragiona per la propria sopravvivenza. E questo complica la sfida spaziale e la ricerca della verità sugli alieni. Storie, leggende, tradizioni orali e scritte, tuttavia, non mentono sulla natura del fenomeno e descrivono strani oggetti ed esseri nel cielo, raccontando di visitatori di altri mondi e di profezie che interessano il presente e il futuro del nostro pianeta. Molte culture di tutto il mondo lo attestano. Oggi siamo sette miliardi di persone.
Per la prima volta nella storia della Terra. È un caso? È tutta opera dell’uomo? L’arte, l’architettura, le scienze confermano – scrivono gli autori del libro Ufos & Aliens – che siamo di fronte a un complesso intreccio di conoscenze universali tramandate nei secoli, che non possono essere definite fantascienza. Il numero esponenziale di avvistamenti e contatti, anche in società non tecnologiche (come confermano le indagini dello psichiatra John Mack in Africa), dimostra che, al netto dei falsi, degli scherzi e dei depistaggi facilmente smascherabili, c’è molta carne al fuoco per poter indagare il fenomeno scientificamente. Poiché il numero dei casi veri, seppur esiguo, presenta evidenze sconvolgenti e impossibili da ignorare, è giunta l’ora di applicare il “Think different” anche in queste delicate inchieste, per affidarsi alla regola aurea del grande Steve Jobs, padre fondatore della Apple. Gli autori del libro, da parte loro, intendono accendere il fuoco della curiosità per alimentare la fiamma della verità grazie a un’indagine interdisciplinare aperta a tutti i contributi più rilevanti offerti dai maggiori esperti del pianeta, compresa la comunità scientifica internazionale. Un libro per gli scettici che vi possono cercare e trovare molte argomentazioni stimolanti. Insomma, la risposta a lunga cercata alla domanda sulla vera identità degli scienziati che si occupano di ufologia mettendo a repentaglio le loro carriere: chi sono e perché pensano a quello che dicono, scrivono e testimoniano pubblicamente. I ricercatori della scienza ufficiale e i giornalisti investigativi, sono i benvenuti. I debunkers sono avvisati. Al giorno d’oggi, infatti, conta la credibilità professionale acquisita dai testimoni anche grazie a test come il Minnesota Multiphasic Personality Inventory (MMPI).
Gli esobiologi del libro ne sono pienamente convinti. La maggior parte degli autori dei tredici contributi di questo volume, sono scienziati dotati di un ottimo curriculum e di grande coraggio. Persone che sfidano, nel nome dell’investigazione scientifica sulla presunta presenza aliena sulla Terra, la censura e il rifiuto dei loro colleghi per arrivare là dove nessun altro è mai giunto prima, almeno nel loro campo d’indagine. Dove la testimonianza diretta delle persone coinvolte nel fenomeno alieno, assume una rilevanza assoluta, giocando un ruolo essenziale accanto alla prova materiale diretta e indiretta dell’evento fisico alieno, acquisita o in via di definizione grazie alla collaborazione delle agenzie e dei governi più volenterosi. L’ufologia non è ancora una scienza ufficiale da premio Nobel, perché finora non ha mai garantito sufficienti criteri scientifici nei suoi protocolli. E così non è mai stata riconosciuta dall’Accademia e dalla comunità scientifica internazionale. A ciò hanno contribuito non pochi debunkers. Ma, grazie a molti ricercatori qualificati, l’investigazione esobiologica si sta affermando in tutte le scienze, facendo passi da gigante e segnando successi fino a poco tempo fa assolutamente impensabili, anche al di là dell’altra regola aurea del “publish or perish”. E, in effetti, molte scoperte scientifiche oggi vengono tranquillamente annunciate su Internet direttamente, bypassando molti canali ufficiali dopo scrupolose analisi. Lo sviluppo delle moderne tecnologie ha contribuito non poco all’introduzione dei canoni galileiani fondati sull’osservazione del fenomeno naturale e non sulla creazione di storie fantastiche. Oggi questo è possibile anche nell’esobiologia. Nelle loro inchieste gli autori del libro fondano le loro argomentazioni e deduzioni su alcuni controversi fatti per provare ciò che la cultura oggi rifiuta di ammettere a cuor leggero al di fuori dei cinema e delle pubblicazioni: la visita in atto degli extraterrestri a tutte le popolazioni della Terra, ieri, oggi e sempre. Per questi ricercatori, privi di tentazioni pubblicitarie, millenariste e settarie, la verità sui “marziani” è una necessità vitale che vince il desiderio di credere. L’ufologia scientifica, infatti, cerca di rispondere ai canoni galileiani. Non è una fede, non è una religione. Anche se, ahinoi, esistono sette ufologiche che esulano dal tema del volume e dall’inchiesta scientifica. Il fatto è che molti governi del mondo hanno ammesso di aver occultato documenti e prove.
Le informazioni che stanno trapelando sono considerevoli: il governo britannico ha già divulgato più di ottomila autentici X-Files prima classificati. È il caso di J. Edgar Hoover, la cui memoria del 1950 declassificata di recente dall’FBI, sembra provare l’autenticità dell’Ufo crash presso Roswell. La questione scientifica, tecnologica, economica e di sicurezza nazionale, rimane intatta. E consente di farsi un’idea sulle reali motivazioni che muovono i governi, le agenzie segrete e le grandi industrie, a tenere ben nascosta la verità su tutto il resto. Pare, infatti, che la maggior parte dei documenti più sensibili, non saranno mai declassificati e divulgati. A costo della loro distruzione. Il libro Ufos & Aliens illumina a giorno anche il caso Kingman, meno famoso alle cronache, ma non per questo meno interessante per capire le dinamiche della disinformazione operata dai canali (semi)ufficiali. Quanto basta per farsi un’idea sulla pericolosità dell’argomento Ufo che oggi sembra spaziare più in là, inglobando temi seri come la teoria degli universi paralleli e dei tachioni (compresi i neutrini iperluminari del Gran Sasso) che pare rendano possibile l’apparente impensabile: la costruzione e/o il rilevamento di autentiche vie di comunicazione interstellare grazie ai ponti-pozzi gravitazionali Einstein-Rosen. Se si accettano le premesse del volume, cioè una sana apertura mentale basilare per tutti (non solo per ogni scienziato che si rispetti) in nome della ricerca della verità su questi fenomeni, peraltro già verificabili, si può da scettici e con la massima cautela affrontare la lettura del libro. Che è una sfida lanciata dagli stessi autori alla nostra sete di conoscenza ed, allo stesso tempo, uno stimolo formidabile alla ricerca di prove autentiche dirette che, a quanto pare, ci circondano. È una sfida per pensare al fenomeno naturale in quanto tale, che sia o meno in corso sulla Terra. Senza lasciarsi condizionare dai falsi che sommergono Internet e i media ufficiali, e dalle storie più inverosimili dell’universo, frutto del lavoro dei debunkers per screditare fatti e persone. L’Accademia ha bisogno di prove. È questa la sfida, consapevoli del fatto che la realtà quantistica in cui tutti viviamo è più fantasiosa della fantasia e che occorre lasciarsi aperte tutte le porte per investigare il fenomeno e per conseguire i più grandi successi. Un po’ come accade per la scoperta di nuove comete. L’astronomo non ha bisogno di credere in una cometa per puntare il telescopio o il binocolo nella giusta fetta di cielo e darle la caccia.
L’astronomo sa che esistono nello spazio centinaia di migliaia di potenziali oggetti cometari in grado di avvinarsi al Sole. Ha solo bisogno della strumentazione migliore sotto le condizioni migliori di osservazione, sperando di fare centro. Se gli autori del libro hanno ragione, la probabilità di filmare un alieno sulla Terra è incredibilmente maggiore di quella di scoprire un nuovo astro chiomato. Che ci crediate o meno. Perché la luce e la materia, anche quelle invisibili, non possono essere nascoste sotto il moggio. Il primo passo per svelare il mistero ET, è porsi la domanda giusta. Cosa ci si aspetta di osservare? Così come accade per l’invenzione degli esperimenti scientifici sotto il Gran Sasso, bisogna sviluppare il pensiero matematico su ciò che osservo e su cosa mi aspetto di trovare con la strumentazione disponibile. Altrimenti, ne devo inventare un’altra all’uopo. Così ragiona lo scienziato anche in presenza di eventi ignoti, rari e difficilmente riproducibili. Ora, non sappiamo cosa e chi osservare. Questo è il punto. La materia ordinaria terrestre, la possiamo osservare facilmente. Ma nulla ancora sappiamo sulle altre forme complesse (non particellari) di materia del tipo “oscura” perché ignota. Se gli ET fossero composti di materia oscura, saremmo oggi in grado di osservarli? Occorre, quindi, porsi il giusto quesito per inventare la strumentazione più idonea. Parallelamente nessuno ha il diritto di screditare il lavoro degli scienziati per nascondere la verità sulle realtà celesti e per negare la ricerca. Secondo Stanton Friedman, tuttavia, si continua a negare la verità sul fenomeno alieno nonostante il 21,5% di eventi ignoti registrati e così classificati nei rapporti ufficiali Usa, quasi sicuramente attendibili. In nome del solito mantra invocato dalle agenzie per la sicurezza nazionale.
Se così fosse, la Questione Aliena assumerebbe le sembianze di un fatto prettamente di natura politica più che scientifica. Nessun governo o complesso militare-industriale potrebbe mai accettare scelte imposte da un solo leader planetario, in aperta violazione della sicurezza e della libertà di ogni nazione. Secondo Friedman, a differenza dei segreti militari ordinari (satelliti nucleari sovietici in rientro nell’atmosfera, lancio di missili per abbatterne alcuni, crisi dei missili di Cuba, rientro di capsule fotografiche da satelliti spia, etc.) più o meno Top Secret e quindi declassificabili, la Questione Ufo-ET merita lo sviluppo di un’inchiesta radicalmente differente. Chissà se le intercettazioni ambientali e telefoniche made in Italy, potrebbero risultare decisive! Negli eventi alieni sconosciuti e ignoti finora classificati si nasconde – secondo Friedman – il più grande segreto dell’umanità. In pratica, anche il modo per viaggiare nell’Universo e per risolvere tutti i problemi dell’umanità. Se i cittadini non hanno ancora capito l’utilità di un Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari dello Spazio Esterno, visto che nel settembre 2010 è stata negata ogni responsabilità su eventuali funzioni di rappresentanza planetaria nel caso di “primo contatto” diplomatico con altre razze aliene; e se le persone di buonsenso non hanno ancora compreso il ruolo dei governi e delle agenzie (para)governative sulla Questione ET, allora i veri giornalisti liberi che ancora oggi sembrano brancolare nel buio quando non operano come veicoli ufficiali di disinformazione, hanno il dovere di dimostrare la volontà di fare davvero luce sull’intera faccenda. Siamo o no in uno scenario di caccia aliena tra il gatto e il topo? Siamo prede o predatori? I segreti tecnologici e militari, certamente non possono essere divulgati a tutti, in un mondo non ancora democratico e civile, diviso da guerre fratricide e da nuove rivoluzioni urbane giovanili potenzialmente devastanti ( i fatti di Roma lo dimostrano). La tecnologia ET nelle mani sbagliate – sempre secondo Friedman – potrebbe condurci all’estinzione improvvisa e immediata. Non è questo che si chiede. Ma la semplice verità sulla presenza o meno degli extraterrestri sulla Terra. Cioè, una dichiarazione ufficiale che avrebbe considerevoli implicazioni economiche, umanitarie, politiche e sociali. Woodward e Bernstein riuscirono laddove altri avevano miseramente fallito. Per smascherare lo scandalo del Watergate Cosmico, occorre la stessa motivazione, lo stesso spirito d’iniziativa, lo stesso entusiasmo e le stesse capacità. “La fiducia è davvero una cosa seria” – afferma il giornalista Ezio Greggio nel telegiornale satirico italiano “Striscia La Notizia”. L’approccio investigativo ed autenticamente indipendente (cioè realmente giornalistico) alla Questione ET, muove da un lavoro serio e meticoloso delle fonti più autorevoli in collaborazione con la comunità scientifica internazionale e gli scienziati di buona volontà disposti a tutto pur di conoscere la verità sul presunto fenomeno fisico alieno in corso sulla Terra. Meglio non fidarsi, quindi, degli “Ufo files” di dubbia provenienza e facilmente accessibili grazie a Internet, alla Tv ed al cinema. Meglio non fidarsi dei nuovi “contattisti” chiunque essi siano. Perché la natura del fenomeno, se effettivamente reale, è molto più complessa di quanto si creda. Mai fidarsi della “corrente a getto” mediatica alimentata ad arte dai debunkers, a volte semplici buontemponi in perfetta buona fede carnascialesca.
Il dubbio e la ragione possono aiutare ad aprire la mente a queste presunte nuove realtà, senza lasciarsi travolgere dagli eventi, anche se fossero terribili. In gioco è la nostra stessa sopravvivenza, affermano gli autori del libro. Accogliere la verità nuda e cruda, ci consentirà di adattare le difese per ogni evenienza. Abbiamo sconfitto fascisti, nazisti e comunisti. Compresi tutti i dittatori della storia. Non possiamo, dobbiamo e vogliamo temere nulla dalla verità. Altrimenti il nostro futuro è segnato. Come lo fu quello dei Nativi Americani che non riuscirono ad evitare l’invasione (anche batterica e virale) dell’uomo bianco europeo. La mente aperta ci consentirà di sopravvivere. Ma è difficile coltivare al giorno d’oggi un ottimismo di maniera su questi temi. Non sappiamo ancora con chi abbiamo o avremo a che fare! Pensate, come fecero i nativi delle isole Hawaii alla visione della nave del capitano Cook quasi tre secoli fa, oggi c’è chi esulta alla visione (anche da “rapiti”) degli extraterrestri e dei loro sorprendenti mezzi. Vi lascio immaginare il perché.
Il più colossale crimine infatti, sarebbe quello di negare l’evidenza della realtà ai vari livelli di conoscenza e di esistenza, per l’interesse di pochi. Magari per la pubblicazione di un libro. Solo la memoria dei nostri fatti storici potrà salvarci da un’eventuale invasione ET. Occhi aperti, dunque, e coraggio. La morale della favola è sempre la stessa. Come fece Galileo Galilei con gli uomini del suo tempo, la nuova visione del Cosmo non può che essere accettata. Mai imposta e negata. Se le affermazioni contenute nel libro Ufos & Aliens sono vere, la nuova visione dell’Universo che ne esce fuori, è talmente diversa da tutto quello che ufficialmente abbiamo appreso, studiato e compreso, che la nostra stessa percezione della realtà fisica ne potrebbe risultare profondamente sconvolta se non rivoluzionata. Dunque, prudenza. La natura fisica dell’Universo è davvero complessa. Lo sappiamo. La scienza lo ha già capito. Un po’ meno i duri di comprendonio. Dunque, c’è spazio anche per la Questione Aliena sulla Terra, senza troppi complimenti. Certamente non siamo soli nell’Universo. Perché siamo cittadini del cielo, non più di nazioni in guerra permanente sulla Terra. Un pianeta azzurro d’acqua che nell’immensità buia dello spazio non può passare inosservato tanto facilmente. Questo suggerisce la sola logica. Se la nostra Galassia, ma anche le stelle più vicine al nostro Sole (oltre duemila nel raggio di 50 anni luce), ospita una comunità di esseri viventi, magari tutti diversi tra loro nei vari livelli di civiltà, chi siamo noi per negarlo? Il significato autentico della vita è proprio questo: la multiforme sapienza di DIO nel Creato che ama conoscere se stesso. Questa è la nostra responsabilità per le generazioni future: salvaguardare la vita che si rinnova qui sulla Terra. Non le favole fantascientifiche. C’è poi il messaggio cristiano che la Chiesa Cattolica è chiamata ad annunciare nel nostro mondo, non altrove, come dice Gesù nei Vangeli. A pagina 235 di un altro libro, “Così parlò Padre Pio” (edizione curata da Don Nello Castello, IMPRIMATUR Vicenza, 14/6/74 † C. Fanton, Vescovo Ausiliare) alla domanda: “Padre, dicono che negli altri pianeti ci sono altre creature di Dio!”, padre Pio rispose: “E che vorresti che non ci fossero, che l’Onnipotenza di Dio si limitasse al piccolo pianeta Terra? E che, vorresti che non ci fossero altre creature che amano il Signore?”. Alla seconda affermazione dell’autore: “Ho pensato che la Terra è un niente, di fronte agli astri e tutti gli altri pianeti”, padre Pio disse: “Eh! sì, e noi usciti dalla Terra siamo nulla. Il Signore non avrà certo ristretto la sua gloria a questo piccolo pianeta. In altri ci saranno degli esseri che non avranno peccato come noi”. Ma se scienziati come Stanton Friedman e Kathleen Marden hanno ragione, siamo di fronte a uno scenario di invasione aliena mitigata.
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