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venerdì 2 dicembre 2011

Assange: siamo tutti sorvegliati, il Grande Fratello è già realtà, nuovi documenti

Durante la recente Primavera Araba tutto il mondo ha osannato i social network e la rete in generale per il prezioso aiuto dato alle popolazioni locali per superare i rigidissimi controlli delle varie censure e far circolare messaggi di coesione e democrazia. Internet è diventato così in poco tempo il paladino della libertà, il simbolo della possibilità per tutti di non vedere l’informazione e la comunicazione attraverso i filtri delle autorità, a prescindere che si tratti di governi democratici o dittature. Le nuove informazioni pubblicate da WikiLeaks disegnano però uno scenario completamente diverso, dove la tecnologia e la rete sono asserviti al più massiccio e generale controllo di massa della storia.

Che le autorità di tutto il mondo potessero utilizzare sofisticate apparecchiature per la lotta al crimine non è certo una scoperta e molto spesso ci siamo trovati ad osannare questi strumenti quando diventavano fondamentali per la cattura di mafiosi e delinquenti di un certo peso.

Ma se questi strumenti fossero rivolti anche contro di noi? In effetti, pensavamo fino a ieri, per entrare nelle mire dell’autorità giudiziaria dovremmo essere perlomeno sospetti di compiere eventuali illeciti e, soprattutto, di una certa caratura, visto che questo tipo di apparecchiature sono molto costose e il loro impiego, sempre in teoria, non andrebbe certo esteso a reati di piccola entità.

A quanto si apprende dalle nuove rivelazioni pubblicate dal sito di Assange però, la tecnica utilizzata sempre più frequentemente è quella dei grandi numeri; monitorare, registrare e conservare milioni e milioni di datti, all’interno dei quali poi cercare eventuali tracce di criminali. Email, sms, telefonate, videochiamate su Skype, tutto viene sistematicamente registrato da aziende private su commissione delle autorità, ma il confine tra il lecito e l’illecito si assottiglia in una maniera paurosa...

Sì perchè insieme ai dati preziosi per la cattura di un delinquente negli archivi di queste aziende vengono conservate anche le informazioni di persone comuni, il tutto ovviamente senza che l’opinione pubblica ne sappia alcunchè...

Non si tratta di servizi segreti deviati o schegge impazzite, ma di un sodalizio tra governi e società specializzate nello spionaggio con tanto di brochure informative realizzate dalle aziende per illustrare tutti i servizi disponibili, alcuni dei quali pensavamo fossero relegati ai film di fantascienza.



Si comincia dalla Agnitio, società spagnola che nel suo depliant informativo (ovviamente rimasto riservato fino ad oggi) offre tra i vari servizi la possibilità di intercettare sms prima che arrivino a destinazione e cambiarne il testo all’insaputa sia del mittente che del destinatario.

C’è poi la Ultimaco, azienda tedesca in grado di effettuare operazioni di spionaggio di massa, registrando telefonate, chiamate voip e mail anche di milioni di persone, con un database in grado di salvare oltre 100.000 dati al secondo, e ancora la statunitense Glimmerglass, specializzata nell’intercettazione dei dati che viaggiano sulla fibra ottica.

L’Italia non fa certo la parte della comparsa, ma offre anzi due dei prodotti più richiesti e allo stesso tempo “pericolosi”, ovvero Remote Control System e Cogito. Il primo è stato sviluppato dall’azienda milanese Hacking Team ed attualmente è il più potente virus informatico presente in rete. Non solo prende nota di tutte le operazioni che svolgiamo con il pc, dalle mail alle chattate, ma è anche in grado di accendere microfono e webcam del computer e registrare in diretta cosa avviene nell’ambiente circostante. Cogito è invece un sistema sviluppato dalla modenese Expert System che studia il flusso di parole di 300 miliardi di email ogni giorno, relazionandole tra loro alla ricerca di messaggi sospetti.



Lo scenario disegnato dalle ultime rivelazioni di WikiLeaks è quello di un Grande Fratello globale, i cui tentacoli arrivano ad una profondità che difficilmente era immaginabile fino a qualche anno fa. Ovviamente un uso “istituzionale” di queste apparecchiature, per quanto lesivo delle libertà individuali, potrebbe in teoria rappresentare un problema solo per coloro che hanno “qualcosa da nascondere”.

La realtà di questi ultimi anni si è rivelata però assai diversa; accanto ad un uso responsabile portato avanti dall’autorità giudiziaria se n’è affiancato uno parallelo, che nell’ombra ha lavorato per spiare, realizzare scomodi dossier, controllare e censurare milioni di persone animato da uno spirito tutt’altro che civico. Il lato oscuro della rete mostra la sua faccia più terribile e per ora sembra che nessuno possa dirsi al sicuro.



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